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L’olio d’oliva durante la dieta

olio d'oliva durante la dietaDimagrire grazie all’olio d’oliva?

Per alcuni sembrerà strano, ma l’ingrediente principe dell’alimentazione mediterranea, è quanto c’è di meglio per agevolare la perdita di peso durante una dieta.

Olio d’oliva – Il segreto dell’odore

Sentirsi sazi e mangiare meno grazie alle molecole aromatiche contenute nell’olio d’oliva?

Stando ad uno studio condotto dall’Università di Vienna in collaborazione con la Technische Universität di Monaco di Baviera, delle molecole aromatiche come l’esenale, normalmente contenute nell’ingrediente principe della dieta mediterranea, stimolerebbero il senso di sazietà, grazie all’odore rilasciato.

Appetito K.O

Stando ad alcuni recenti ricerche internazionali, mangiare olio d’oliva permetterebbe un assorbimento più lento e minore del glucosio da parte del fegato, finendo, di fatto, per ritardare lo stimolo della fame e agevolare il dimagrimento.

Colesterolo addio

Secondo gli esperti nel campo della nutrizione, basterebbero 3 cucchiai di olio extravergine d’oliva al giorno per contrastare in maniera significativa la concentrazione di grassi nel sangue e combattere la dannosa azione dei radicali liberi.

Tutto merito dei grassi monosaturi in esso contenuti, che, permettono una riduzione del colesterolo cattivo (LDL) in favore di quello buono (HDL).

A crudo

Quando è possibile, sarebbe preferibile assumere l’olio d’oliva a crudo, in modo da godere appieno di tutte le sue formidabili proprietà.

Quest’ultime, infatti, potrebbero disperdersi con la cottura o risultare alterate da quest’ultima, tuttavia, è bene precisare che l’olio d’oliva non finisce mai con il rivelarsi dannoso per i cibi, grazie all’elevata percentuale di acido oleico in esso contenuto, che lo rende stabile anche a temperature elevate.

 Malattie cardiache, diabete ed icuts, addio

L’olio d’oliva è in grado di allontanare il rischio diabete, infarto ed ictus? Le cose starebbero così, almeno stando ai risultati offerti da una ricerca dell’Università di Cordoba (Spagna).

Secondo lo studio, pubblicato di recente su BMC Genomics, il merito sarebbe da ascrivere ai fenoli, antiossidanti naturali in esso contenuti.

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