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Stretching: la guida alle diverse tipologie (Seconda parte)

Come specificato nella prima parte di questo articolo, con il termine stretching si intendono generalmente delle pratiche finalizzate ad allungare i muscoli, facilitando il movimento, migliorando la flessibilità e altri benefici.

Tuttavia, esistono diverse tipologie di stretching, ognuna con delle caratteristiche specifiche.

Adesso vedremo lo stretching dinamico e quello balistico. Vi sono, infine, due categorie di esercizi conosciute con il nome di PNF stretching e C.R.A.C.

Stretching dinamico

Lo stretching dinamico corrisponde a un progressivo aumento dell’estensione delle articolazioni. Ciò avviene eseguendo gli stessi movimenti prima lentamente e poi più velocemente e con più intensità, non appena ci si sente più sciolti.

Lo scopo dello stretching dinamico è quello di riscaldare uno o più muscoli prima di un’attività, aumentandone gradualmente l’estensione. Non solo, questo tipo di stretching serve a sciogliere il liquido sinoviale presente nelle articolazioni che, “a freddo”, è meno fluido.

In questo modo le articolazioni scorrono più facilmente, il movimento è più fluido e si evitano spiacevoli incidenti o traumi. Inoltre, lo stretching dinamico aumenta la frequenza cardiaca e il flusso sanguigno, per questo è perfetto prima di un allenamento.

Stretching balistico

Lo stretching balistico consiste nel superare la soglia di strech passivo, ossia il limite massimo di estensione che riusciamo a raggiungere nello stretching passivo prima di avvertire dolore. Tale soglia si supera con dei molleggiamenti fino a raggiungere un nuovo limite massimo.

Quando parliamo di stretching balistico, dobbiamo quindi considerare tre aspetti:

Questo tipo di stretching permette, con la giusta costanza, di abbattere il proprio limite di estensione e crearne uno nuovo, che, con ulteriore esercizio, può essere a sua volta superato. Di conseguenza si avrà un’estensione maggiore.

Tuttavia è una pratica non consigliata ai principianti per due motivi principali. Il primo è la gestione del dolore che si prova nel superare la soglia. Il secondo è l’inesperienza che potrebbe causare strappi o altri incidenti.