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Ortoressia: un disturbo alimentare pericoloso

ortoressiaQuando si parla di disturbi dell’alimentazione, tutti pensano immediatamente a bulimia e anoressia due dei disturbi psicologici relativi al cibo più frequenti.

Purtroppo però il novero di disturbi psicologici relativa alimentazione non finisce qui. Parliamo oggi di ortoressia, una nuova malattia che arriva dagli Stati Uniti, ma che è purtroppo già realtà per moltissimi connazionali, che si trovano alle prese con un disturbo che, tra le altre cose, è davvero difficile da riconoscere da parte degli operatori del settore.

Si tratta di un disturbo che è figlio delle esagerazioni. Non si mangia troppo poco, né tantomeno si corre al bagno per vomitare.

L’ortoressia è una sorta di ossessione  per il cibo di qualità e salutare: una volta entrati nel vortice del cibo biologico e sano, alcuni individui non riuscirebbero più a tenere la cosa sotto controllo, in un circolo vizioso che li vorrebbe portare a mangiare sempre più cibi salutari, con il risultato poi di non mangiare più nulla, dato che la lista di cibi salutari abbastanza si ristringe proprio in virtù del disturbo sopracitato.

L’allarme è partito di recente da alcune riviste specializzate statunitensi, che hanno analizzato i casi di alcuni pazienti di alcune cliniche psicologiche psichiatrica, che hanno cominciato a raccontare di questo stranissimo disturbo.

Alcuni si trovavano bloccati per ore dal fruttivendolo, non riuscendo decidere quale fosse l’alternativa più salutare ad esempio tra cavolo e insalata. Altri, dopo aver eliminato completamente gli alimenti di derivazione industriale, hanno proceduto a eliminare anche quelli elaborati dagli artigiani, come il pane, i biscotti o addirittura le farine.

Altri invece hanno cominciato a rifiutare completamente gli alimenti a base di carne, ritenuti, anche quando acquistati dal macellaio di fiducia, prodotti di alterazioni che rendevano il cibo meno salutare.

L’ortoressia è parente dell’anoressia, o meglio produce gli stessi risultati, almeno stando a quanto hanno rilevato i professionisti statunitensi: se colpiti per tempi troppo lunghi da questa disfunzione, si finisce per essere denutriti, con tutto quello che ne consegue.

Un problema che purtroppo non è ancora ritenuto importante dalle nostre parti, dove i casi sono molto pochi e dove chi ne è malato potrebbe essere liquidato da professionisti della dieta senza troppi complimenti.

Il consiglio che possiamo dare ai soggetti a rischio è quello di non esagerare, e di prendere tutto, come dicevano i latini cum grano salis.

Va bene mangiare più salutare, va bene cercare di eliminare i cibi industriali del tutto dalla nostra dieta, però sempre senza esagerare: il baratro è sempre un passo, e fare gli estremisti, soprattutto quando si parla di dieta non è mai una buona idea. Anche la salute va rincorsa con moderazione, e non è eliminando tutto quello che non ci sembra salutare abbastanza che recupereremo gli anni persi a rimpinzarci di fritti e zuccheri.

Se invece conoscete qualche soggetto potenzialmente a rischio, provate a parlarli: potrebbe essere anche il caso di rivolgersi ad uno psicologo o ad uno psichiatra specialista in disturbi dell’alimentazione e vedere come procedere per cercare di porre fine a questo potenzialmente pericolosissimo circolo vizioso.

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